La scienza ne è sicura: nelle gare di resistenza sono le donne a far mangiare la polvere agli uomini. Non solo faticano di meno, ma hanno anche tempi di recupero minori. Era ora. Fino a pochi decenni fa la presenza femminile nello sport era vista come una cosa curiosa, se non un’anomalia, mentre oggi le atlete dimostrano ogni giorno di che pasta sono fatte.
Più è lunga la prestazione, come le ultra-maratone, più le donne mostrano di poter contare su maggiori vantaggi rispetto agli uomini. Con buona pace dei boriosi che ci considerano ancora il sesso debole e che si sentono supereroi perché corrono una maratona.
Secondo gli studi recenti, in una maratona classica la differenza nelle prestazioni sta intorno al 10%: gli uomini corrono più velocemente rispetto alle donne. Nelle gare di ultra-fondo il margine si assottiglia tanto da essere pari ma è sulle gare ancora più lunghe che le donne stracciano del tutto gli uomini.
Le donne durante una gara consumano più grassi e meno carboidrati rispetto agli uomini. Sfruttano anche meno proteine. In questo modo i ritmi possono essere più coerenti durante l’intera durata della competizione, per questo le donne colmano la differenza di prestazioni rispetto ai colleghi maschi quando la distanza percorsa è più lunga.
Pur essendo vero che in media le donne sono meno forti degli uomini, hanno il vantaggio di affaticarsi meno. L’indice di affaticamento più basso consente di affaticarsi meno pur correndo alla stessa velocità degli uomini. Dal momento che completano la prestazione meno affaticate, hanno anche un grado di recupero più rapido tra le diverse sessioni di allenamento.